26 gennaio 2007

Per partire siam partiti

Ieri. Freddo e neve. Il compleanno di Ale, se ci fosse ancora qualcosa da festeggiare [é strano come certe date ti restino appiccate dentro].
Umido, risate nervose, susseguirsi di telefonate. Arrivo, discussione per motivi idioti [i soliti, poi].
Pranzo, poi a piedi. Poi bus. Discesa. Casino fra i piani, cervello che non collabora [non é la prima volta che vieni qui, no?].
Freddo, freddo di un giallo acceso. Lungo, come il silenzio. Lungo come l'attesa.
Attesa, ognuno nel proprio silenzio... fatto di giochi, fatto di pensieri, di sguardi fuori della finestra contro un cielo grigio muro.
"per me casa, avrebbe potuto essere dietro quelle costruzioni lì... ".
Se. Se il destino non avesse deciso in modo diverso. Mente che vaga lontana, lontananza di dieci anni e altre solitudine e nuova comprensione [solo adesso capisco il mio egoismo di sana 27enne, certa di non aver alcun problema a procreare... convinzioni comode basate sul nulla].
Minuti lenti e poi una porta che si apre.
Parole, un volto senza nome. Domande ed imbarazzi. Risposte. Siamo noi, ma é chiaro che sono io il portavoce.
E poi basta, stanchezza e ritorno a casa. Di nuovo freddo, acqua gelata in faccia perché odio gli ombrelli.

"un viaggio di mille miglia inizia sempre con un piccolo passo".

Oggi abbiamo fatto quel passo.

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