31 agosto 2006

Cerotti e consapevolezze

E anche per questa volta ci ho messo una pezza. Fin che dura. Una pezza su di un tessuto di cui non si riconosce più l'ordito.
E' la vita? E' un compromesso? E' giusto? E' sbagliato?

Non lo so, so solo che per ora non posso fare altrimenti. Perché nonostante la velocità con cui mi stancano certe impasses volontarie e la crescente consapevolezza di me, mi tengo stretta la consuetudine di potare le situazioni all'esasperazione. Di solito, la mia.

Così, ho bisogno di te quanto di un brutto raffreddore ad agosto.

Ho provato a spiegartelo, anche questa volta.
Cerca di capirlo, perché il giorno in cui mi allontanerò senza più una parola sarà per non fare più ritorno.
Definitivamente.

Parole altrui


...Tu dimmi se è vietato
vivere in un sogno,
non volere ciò che voglio,
non dovere ciò che posso,
non potere ciò che devo,
ma sognare,
sognare di vivere nel sogno...
Sono tornata.
Da tre giorni... e già non dormo.
E già vorrei essere altrove.

04 agosto 2006

Abbracci

Abbracci virtuali non fanno male ma scaldano il cuore come raggi di sole.

Per chi vuole intendere, intenda. E per chi non vuole intendere, in roulotte.. che c'è spazio lo stesso.

Ah! poi sono passata in biblio ieri e a parte Cell e Il Male oscuro, davvero non ricordo i titoli degli altri quattro libri che ho preso in prestito.

Dicono che l'anestesia abbia effetti deleteri per la memoria.

Vacanza

Fra pochi minuti me ne vado e per un pò non lascerò i miei tristi pensieri su queste pagine rosa.

Fuori il cielo oggi é azzurro smalto e io vorrei partire. Partire per il paesino sul mare, così lontano. Per quella casetta piccola e accogliente. Per settimane di sole e silenzio, di solitudine e ciottoli e passaggiate chilometriche e nessun dovere, se non mi va.

E invece non si può. Tante cose sono cambiate, dall'anno scorso. Alcuni cambiamenti sono dipesi da me... altri, invece, casi fortuiti di un'esistenza un pò così.

Spero di tornare più forte.
Spero di tornare risolta, almeno in parte.

Ricomincio da me

Ho dormito quasi tutta la notte e oggi sono più serena.
Lo so che devo decidere di porre fine a questa strana situazione e andare a vivere con lui, ma é una decisione che devo prendere io, senza pressioni.
Ci devo arrivare da sola.

Ma forse non lo voglio fare, ancora. Ci sono ancora cose che non mi convincono del tutto,
Anche se ... stare un pò quì e un pò là serve solo ad esaurirmi e a scontentare tutti, in ugual maniera.
Cerco di arrivare dappertutto, come se questa fosse l'essenza, il succo. Fare, fare, fare... come se l'amore (per lui, per i miei) fosse direttamente proporzionale alla quantità delle cose che faccio per loro e non una emanazione della persona che sono.
Mi ammazzo, di cose da fare.
Così il senso di colpa si placa. Non ha nulla a che fare, con l'amore o con l'affetto.
E' solo l'unico modo che conosco per farmi perdonare. Di cosa, non mi é chiaro.

E adesso sono stanca.
Stanca delle liti di queste ultime settimane, liti che nascono da sciocchezze ma bruciano tempo ed energia.
Stanca di dover giustificare ogni cosa, con tutti.
Stanca di essere strattonata, da una parte o dall'altra.
E i "te l'avevo detto", non palesi... ma sottopelle, taciuti ma presenti, aleggianti nell'aria come corvi.

Sono una donna di 37 anni.
Ho amato e sofferto. Ho scelto uomini sbagliati, senza dubbio.
Ho scelto di vivere le mie storie fino in fondo, mollando il botto solo quando era chiaro che non ci sarebbe stato altro da fare.

Ho vissuto.
Come tutti.
Ma adesso, per piacere, che il peso della mia esperienza non mi venga messo sulle spalle tutte le volte che mi muovo.
Che la mia sia una vita e non un percorrere un crinale, in attesa di un passo falso.

Incontri fortuiti

Innanzittutto, Lei é bella.

Molto più bella dal vivo che alla tivvù.
Ha un viso da elfo, delicato e i capelli raccolti.
Porta una borsa piccola con arabeschi dorati di sapore orientale.
Una maglia bianca, con una sola parola scritta.
E sandali intrecciati, senza tacco.
E un libro.
Sul treno che parte alle 17.09.

E un tatuaggio, che spunta dalla vita bassa dei jeans.

03 agosto 2006

Pioggia e sole

La pioggia ha lavato l'aria.
Ma la giornata mi grava lo stesso addosso come un cappotto di lana, fradicio.
Sono la personificazione della più assoluta inazione.
Andrò in biblioteca, tornando a casa.

E poi non farò nulla (salvo per i 15 euro, che sono oggettivi e non una scusa, un "gancio", come si diceva quando ero impegnata nel sociale... Dio come mi manca, ma questa é un'altra storia )... e la vita scelga lei dove vuol cadere.
Quando ho scelto io, ho sempre sbagliato ( e con questo abbiamo esaurito i 5 minuti quotidiani di autocommiserazione... vero???).

Noticina per l'AmoredellamiaVita, che tanto non la leggerà mai...
"Chiedimelo oggi, come sto... entrando e guardandomi in faccia. Chiedimelo oggi che la parola Mai ha il peso di un blocco di cemento su una pila di desideri e di sogni.
".. che madre sarai?"... mi hai chiesto una fredda di mattina di novembre, all'altro capo di questa pianura, km di strade e pensieri a dividerci, mentre....

Non mi ricordo la risposta. Non mi immaginavo di certo che di li a due mesi mi avresti lasciata a dibattermi in due centrimenti di disperazione e lacrime.

Mancata, ti rispondo oggi.

E poi... se ti fosse interessato sapere come stavo, interessato sul serio e non questa specie di finta che hai messo sù per le convenzioni sociali, per il piacere di "quelli che guardano"... avresti sempre potuto telefonare...io NON ho cambiato numero.

Fine.

Mistero

La Piccola, in un eccesso di amicizia che sfiora la crudeltà, mi ha confessato che per lei é un mistero quello che io posso aver trovato in Lui.

Voglia di voler bene, voglia di una persona che me ne volesse a sua volta.
Voglia di progetti da condividere, di case e culle, in pace.
Con serenità.
Visto che la felicità é cosa di pochi attimi...

Peccato aver sbagliato, di nuovo, la scelta.

02 agosto 2006

Nel mezzo

Sono nel mezzo.

Nel mezzo di due fuochi.
Nel mezzo di due ragioni; la ragione di chi vuole che io lasci tutto e me ne vada e di chi, invece, vuole che resti.

Entrambe mi urlano addosso, urlano che ormai ho un'età in cui posso, devo, prendere le mie decisioni da sola..lasciandomi, però, l'impressione (forse sbagliata, lo so) che le uniche decisioni che posso prendere sono quelle che loro condividono.

Urlano, e non mi lasciano pensare.

Dipingono scenari catastrofici e io li abito, li vivo, con un peso che schiaccia sul petto, con mille voci contrastanti che mi ronzano nelle orecchie, con l'impressione di essere sempre ad un bivio e di scegliere sempre la direzione sbagliata, senza ritorno.

Sono nel mezzo, lacerata.

Come se non mi bastasse il resto che ho da vivermi, in questo momento.

Conferme

La visita dal Professorone, ieri, mi ha reso più leggera.
Sì, di 100 euro.

Non mi ha detto niente che già non sapessi.
Non si é proposto di prendermi per mano per accompagnarmi lungo il tormentato percorso che mi aspetta.
Mi ha un pò deluso.
Forse mi aspettavo che si facesse carico del mio dolore e lo smorzasse un pò.
Forse mi aspettavo un eclatante colpo di scena, una scoperta improvvisa, l'improvvisa rivelazione che il mio caso é diverso da ogni altro... chissà.

E invece mi ha detto "quello che conta é che [la malattia] non é mortale".

Peccato che, nel dirlo, non mi abbia guardato negli occhi.

Ci vediamo fra un anno.

Per Lule e per Sweetmisery

Lo voglio scrivere in pubblica, perché così si vede e si legge subito.

Lo voglio scrivere a lettere grandi e colorate..

GRAZIE, RAGAZZE
dal profondo del cuore, senza retorica e senza enfasi.
Semplicemente grazie.